venerdì 17 novembre 2017

La ballata dei fuselli

Ricordo bene quella dolce melodia creata dall’incontro-scontro dei fuselli che all’improvviso irrompeva nei silenziosi pomeriggi a casa della nonna. Mentre le sue dita si muovevano veloci come pizzicassero corde di un’arpa, la ballata dei fuselli creava e intrecciava trame, volute, disegni in quello spartito fatto di spilli dal quale, dopo mesi di lavoro, usciva un pregiato merletto degno di tanta dedizione.
L’arte del tombolo è fatta di pazienza, precisione e un po’ di gelosia per i segreti da non svelare a nessuno, neanche a noi nipoti che potevamo soltanto guardare senza disturbare, perché il sapere dev’essere quasi rubato, tra silenzi e sguardi di meraviglia. La lavorazione del tombolo ha origini antichissime difficilmente identificabili in un preciso periodo o territorio; ciò che invece appare certa è la necessità che le donne hanno da sempre, di avere cura della propria abitazione tanto per la sua sussistenza che per il suo abbellimento.
Naturalmente il succedersi di nuove epoche ha mutato i modi di vivere e di pensare della nostra società, ma le capacità acquisite da generazione in generazione hanno contribuito a raccontarci la preziosità di questa antica arte, al punto che il possesso di un tale pizzo o ricamo diviene un vero e proprio tesoro da conservare e tramandare, tutt’oggi, alle proprie figlie.

Una leggenda narra la storia di due innamorati, impossibilitati a sposarsi perché troppo poveri. Un giorno, mentre conversavano seduti sotto un albero, notarono un ragno che tesseva una splendida ragnatela. Il ragazzo propose alla propria innamorata di provare a tessere una tela bella come quella del ragno, capace di fargli guadagnare dei soldi per il matrimonio. La ragazza provò a ricamare, ma i fili erano troppo ingarbugliati, allora lui, per facilitarle il lavoro, li avvolse su dei pezzetti di legno; così finalmente fu capace di terminare il lavoro.
Ebbero così origine i fuselli e da allora i fidanzati usano regalarli alle proprie ragazze come pegno d’amore. Come può un’arte nata da una storia d’amore, non essere così preziosa?


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