A
scrivere una nuova pagina della storia del museo è una barca a
motore, costruita interamente in legno, lunga circa 14 metri, con
tante storie da raccontare. Una di queste è raccontata dall'armatore
Ivan Polignano. Appena arrivato a Bisceglie Ivan ci dice che
“Armanduc”, questo è il nome della barca, fu
costruita nel 1971 negli storici cantieri Italcraft di Gaeta ed ha
navigato per più di 40 anni in tutto il Mediterraneo. Armanduc è la
stessa ritratta nelle fotografie pubblicate sui giornali di nautica
che, negli anni '70 l'hanno pubblicizzata, in vendita ad un
prezzo di listino di ben Cinquantasei milioni di vecchie lire. Uno di
quei giornali era posato sulla scrivania di Nino, suo padre, quando
Ivan aveva 6 anni. Quanto bastava per intuire qual era il sogno di
suo padre, gallipolino doc, che
faceva dell’amore e del rispetto per il mare il suo modo di viverlo
e trasmetterlo al figlio. Un sogno irrealizzato a causa del tempo che
Nino, medico ematologo, dedicava a quella che era una missione,
prim'ancora che lavoro. Qualche anno fa, quando Nino era ormai
settantenne e provato dalla malattia
che lo ha portato alla morte, Ivan gli mostra la barca che aveva
intenzione di acquistare. Era lei, la stessa
ritratta dalla fotografia della rivista sulla sua scrivania !
Nino con un eloquente sorriso di
gioia benedì a suo modo l’imminente
acquisto.
E'
quella l'immagine che riaffiora ai suoi ricordi ogni volta che
Ivan è in barca e navigando si ricongiunge spiritualmente
col suo papà.
Ho
avuto la possibilità di leggere l'articolo sul numero 144 di
“Nautica” del 1971 e sono stato affascinato dalla descrizione
dettagliata di dati tecnici e caratteristiche costruttive accompagnte
da fotografie che ritraggono solo la barca, senza la presenza
suggestiva di bellissime donne. Segno, questo, che a quei tempi le
scelte erano maggiormente ragionate e consapevoli e per mare ci
andava chi sapeva e non, semplicemente, chi aveva.
Ivan
Polignano rappresenta il modello sociale al quale il movimento
iologico guarda. Una persona che al consumo inconsapevole, sceglie il
rispetto e la valorizzazione dell'esistente. Ivan infatti vive in
una masseria storica amorevolmente restaurata, ama
passeggiare con
una Vespa del
1963, anch'essa da
lui restaurata, naviga a bordo di una barca storica. Realtà e
oggetti realizzati quando la limitatezza di tecnologia era compensata
dalla fatica e dalle capacità lavorative dell'uomo. Oggi quegli
stessi uomini sono gli ospiti invisibili nella vita di Ivan che ne
sente la loro felicità per la gratitudine mostrata nei loro
confronti.
Mimmo
Cormio
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