Vega non è solo il nome
di una costellazione, ma è anche quello di una barca in legno
costruita a Molfetta nel 1967 da maestro d'ascia Calogero Iacono, un
immigrato venuto dalla Croazia, siculo di adozione, successivamente
trasferitosi a Molfetta.
E' anche il nome di Maria
Vega Carrieri, figlia di Agostino Carrieri, l'originario armatore.
Nativi di Giovinazzo, veneziani di adozione, Maria Vega ogni anno
viene in Puglia nella sua amata Giovinazzo. Qui, per puro caso le
giunge la notizia che la barca del defunto padre Agostino, quella
barca sulla quale aveva tanto navigato, è ancora a galla. Nel 2006,
infatti, Vega è stata coraggiosamente recuperata ed amorevolmente
restaurata da Giandomenico Gisonda, l'attuale armatore, nel cantiere
Pansini di Molfetta. Nel 2008, dopo un lungo, laborioso e costoso
restauro, Vega è nuovamente in acqua, e continua a far bella mostra
di sé e racconta tanta storia che, per fortuna è stata salvata
dall'oblio!
Da quel lontano 2008, i
lavori a bordo non sono mai terminati. Questo lo sa chi possiede una
barca d'epoca in legno.
Maria Vega Carrieri ogni
estate incontra con piacere Giandomenico Gisonda e la sua compagna di
vita e di avventura Mariella Angiulli e, a bordo di Vega, compie un
virtuale viaggio nel tempo, rivivendo i momenti trascorsi a bordo col
suo papà. Tra i tanti racconti, uno mi ha particolarmente colpito.
Riguarda un viaggio in Turchia, e a quei tempi, lasciatemelo dire,
si viaggiava in “sconfort class” e, mancando il frigorifero,
nella cambusa di Vega c'erano addirittura due galline vive!
Chissà cosa direbbe
Agostino, guardando tante barche ipertecnologiche ferme in porto,
utilizzate in pochi giorni l'anno, solo per un breve bagno al
largo. La risposta la darebbe Rita Levi Montalcini: “Non
necesariamente è felice chi ha il meglio di ogni cosa, lo è chi
trae il meglio da ciò che ha” ed è così che Giandomenico
Gisonda, nella bella stagione, parlando l'unico linguaggio che
conosce, i fatti, a bordo della sua amata Vega, naviga tra le isole
greche, sostenuto fisicamente ed economicamente da un equipaggio di
amici, quelli veri!
Grazie Giandomenico per
aver tenuto a galla questa affascinante verità storica. Una barca
storica è un bene della comunità e, in quanto tale, andrebbe
tutelata al pari di un immobile storico, di un monumento.
Buon vento!
Mimmo Cormio

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