domenica 30 luglio 2017

Leticia Do Sol

Progettata e costruita artigianalmente dal cantiere Sangermani di Lavagna nel 1958, lunga fuori tutto 13,40 metri, mentre al galleggiamento è lunga 10,60 metri e larga 3,37. Dividendo la lunghezza per la larghezza, il risultato è 3,14 ed è subito svelato che la geometria della barca è la stessa dell’anima.
Leticia Do Sol
Era stata commissionata da un socio del Circolo Canottieri Remo di Roma, successivamente appartenuta alla famiglia Cinzano e al Conte Ancarani di Milano. Nel 1996 è stata acquistata dall’industriale Antonino Zanussi che l’ha tenuta a Lignano Sabbiadoro fino ai primi anni 2000. Tra il 2002 e il 2005 il nuovo armatore milanese l’ha fatta restaurare e dal 2013 ha cominciato ad essere presente su tutti i campi di regata riservati alle barche d’epoca e classiche, come la “Barcolana classic”; il circuito “Panerai classic Yachts Challenge”, dove ha rotto entrambi gli alberi.
Da qui la decisione di modificare l’armo velico a sloop secondo i piani originali, con un albero in legno di spruce realizzato da alcuni artigiani di Marina di Carrara. Nel 2015 si è rifatta partecipando ai raduni di Antibes, Elba, Argentario, Napoli, Gaeta, Corsica, Cannes e Viareggio, nel 2016 ha partecipato alle regate del circuito Panerai e alla Corsica Classic e nel 2017 partecipa al circuito Panerai e alla Corsica Classic. Una eccellenza del nostro territorio che fa parlare di se, del cantiere che l’ha prodotta e non avendo una fissa dimora, ci parla dei luoghi che la ospitano durante le regate.
Ci parla anche delle verità nascoste non visibili durante le spettacolari immagini delle regate. L’equipaggio di Leticia Do Sol, infatti, onora il nobile operato dei cantieri nautici che prestano alla barca le stesse cure normalmente riservate alle persone. Lei sa restituire tutto l’amore ricevuto. In rete è pubblicata abbondante documentazione fotografica e video di tutte le fasi lavorative riprese durante la manutenzione. Siamo in piena stagione estiva e Leticia Do Sol ci invita a far parte del proprio equipaggio durante le regate.
Non un equipaggio teso e in trance agonistica, ma un gruppo di persone serene sedute in prima fila e che si godono lo spettacolo offerto da un orchestra composta da tanti Stradivari del mare, che in perfetta armonia tra loro, carezzando l’acqua, suonano la musica del mare e del vento.
Mimmo Cormio

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