Progettata e costruita artigianalmente dal cantiere Sangermani di
Lavagna nel 1958, lunga fuori tutto 13,40 metri, mentre al
galleggiamento è lunga 10,60 metri e larga 3,37. Dividendo la lunghezza
per la larghezza, il risultato è 3,14 ed è subito svelato che la
geometria della barca è la stessa dell’anima.
Leticia Do Sol |
Era stata commissionata da un socio del Circolo Canottieri Remo di
Roma, successivamente appartenuta alla famiglia Cinzano e al Conte
Ancarani di Milano. Nel 1996 è stata acquistata dall’industriale
Antonino Zanussi che l’ha tenuta a Lignano Sabbiadoro fino ai primi anni
2000. Tra il 2002 e il 2005 il nuovo armatore milanese l’ha fatta
restaurare e dal 2013 ha cominciato ad essere presente su tutti i campi
di regata riservati alle barche d’epoca e classiche, come la “Barcolana
classic”; il circuito “Panerai classic Yachts Challenge”, dove ha rotto
entrambi gli alberi.
Da qui la decisione di modificare l’armo velico a sloop secondo i
piani originali, con un albero in legno di spruce realizzato da alcuni
artigiani di Marina di Carrara. Nel 2015 si è rifatta partecipando ai
raduni di Antibes, Elba, Argentario, Napoli, Gaeta, Corsica, Cannes e
Viareggio, nel 2016 ha partecipato alle regate del circuito Panerai e
alla Corsica Classic e nel 2017 partecipa al circuito Panerai e alla
Corsica Classic. Una eccellenza del nostro territorio che fa parlare di
se, del cantiere che l’ha prodotta e non avendo una fissa dimora, ci
parla dei luoghi che la ospitano durante le regate.
Ci parla anche delle verità nascoste non visibili durante le
spettacolari immagini delle regate. L’equipaggio di Leticia Do Sol,
infatti, onora il nobile operato dei cantieri nautici che prestano alla
barca le stesse cure normalmente riservate alle persone. Lei sa
restituire tutto l’amore ricevuto. In rete è pubblicata abbondante
documentazione fotografica e video di tutte le fasi lavorative riprese
durante la manutenzione. Siamo in piena stagione estiva e Leticia Do Sol
ci invita a far parte del proprio equipaggio durante le regate.
Non un equipaggio teso e in trance agonistica, ma un gruppo di
persone serene sedute in prima fila e che si godono lo spettacolo
offerto da un orchestra composta da tanti Stradivari del mare, che in
perfetta armonia tra loro, carezzando l’acqua, suonano la musica del
mare e del vento.
Mimmo Cormio
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