giovedì 14 settembre 2017

Il mestiere del sarto

Nel terzo millennio, quello della globalizzazione delle merci e di una standardizzazione verso il basso gusto, a rivolgersi al sarto su misura sono persone che scelgono per lavoro e/o per passione di fare dell’eleganza uno stile di vita.
Nonostante il mestiere del sarto sia, senza dubbio, tra i più affascinanti e creativi che l’uomo possa esercitare, rientra a pieno titolo nella categoria dei mestieri dimenticati. I giovani, di anno in anno, tendono a percorre le solite strade, snobbando antiche professioni che, sotto diverse forme rispetto ad un secolo fa, stanno tornando (nessuno vuole fare il sarto, il falegname, il vetraio).
La figura del sarto in Italia è stata una professione che ha segnato la storia del costume e della moda: lo sviluppo di questa professione in Italia ha avuto il culmine nell’immediato dopoguerra con il fenomeno delle “sartine” e come tale si è sviluppato. L’Italia delle sartine rappresenta la storia dell’abbigliamento pronto in Italia dal primo dopoguerra agli anni 60 e 70 ed è il nucleo di quello che poi diverrà l’Alta Moda Italiana.
E’ sempre più raro, comunque, vedere insegne di laboratori di sartoria, perché, intraprendere il mestiere del sarto implica un lungo apprendistato e di conseguenza, all’inizio, guadagni scarsi, se non nulli. Proprio per acquisire la manualità e apprendere i segreti del taglio, un tempo, moltissime ragazze prestavano servizio gratuito nelle sartorie, venendo letteralmente “sfruttate” con la scusa di imparare un mestiere, ma contribuendo alla confezione di abiti adibiti alla vendita.
Solitamente le donne erano tutte radunate in una grande sala, dove in mezzo campeggiava un grande tavolo: questo serviva per stendere il panno, disegnarlo con il gessetto e poi tagliarlo. L’operazione del taglio veniva fatta sempre dal sarto più esperto. Il lavoro si imparava guardando e carpendo i segreti, facendo attenzione alle varie operazioni di confezionamento. Solo dopo aver acquisito abbastanza esperienza e padronanza del mestiere, la “sartina” poteva passare al taglio, che rappresentava l’apice dell’apprendimento.
Il mestiere del sarto rappresenta quel filo che unisce convivialità, condivisione, arte e apprendimento; la bellezza dell’unicità, dell’eleganza e del buon gusto che dovrebbero essere punto di riferimento dell’uomo del XXI secolo, orientato verso l’appiattimento e l’uniformazione della nostra società.

Paola Preziosa

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