Brodo di pietre |
Oggi lancio un sasso
nello stagno e lo faccio partendo dalla considerazione che siamo a
Natale e sappiamo che questa santa ricorrenza non sempre sortisce gli
effetti sperati. Così, quello che dovrebbe essere un momento
dedicato alla spiritualità, è invece caratterizzato dalla
immersione nel totale materialismo che ci allontna dal nostro io.
Alla gioia ostentata da
chi è preso dalla corsa ai consumi, corrisponde altrettanta,
nascosta, pena patita da chi a questa corsa non può partecipare a
causa della ristrettezza economica.
Quelli alimentari sono i
prodotti che registrano il picco delle vendite. In passato la tavola
della cena di Natale era imbandita di prelibatezze locali, di
stagione e autoprodotte. Oggi poco importa la provenienza, né la
qualità, l'importante è che siano costose.
Siamo in piena crisi
economica o crisi di valori? Forse è giunto il momento di andare
avanti facendo un passo indietro e tornare in quel momento del
passato dove alla povertà economica corrispondeva pari ricchezza
interiore? S'è vero che un esempio vale più di un precetto.
Propongo un gesto rivoluzionario: cena di Natale con brodo di
pietra.
L'antichità di questa
ricetta si perde nella notte dei tempi.
In Italia è resa famosa
dal cantore del mare Predrag
Matvejević, recentemente
scomparso, che la definiva antica come la miseria del mediterraneo.
Ecco la ricetta: “Si prendono da un posto fino al quale non giunga la bassa marea due o tre pietre, né troppo grandi né troppo piccole, inscurite dalla lunga giacenza sul fondo del mare; si cuociono a lungo nell'acqua piovana, fino a che non esca tutto ciò che si trova nei loro pori; si aggiungono alcune foglie di alloro e timo, infine, un cucchiaio d'olio d'oliva e di aceto di vino “ .
Ecco la ricetta: “Si prendono da un posto fino al quale non giunga la bassa marea due o tre pietre, né troppo grandi né troppo piccole, inscurite dalla lunga giacenza sul fondo del mare; si cuociono a lungo nell'acqua piovana, fino a che non esca tutto ciò che si trova nei loro pori; si aggiungono alcune foglie di alloro e timo, infine, un cucchiaio d'olio d'oliva e di aceto di vino “ .
A
un esame olfattivo è il profumo del mare a emergere, assaggiandolo,
le papille saranno inondate della consapevolezza, con retrogusto di
riflessione.
Invitate
i vostri commensali ad assaporarla, rimarranno di sasso!
Che
il Sole vi baci!
Gaia Marchese
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