Quando si parla di barche
storiche il pensiero di molti va dritto a quelle da diporto.
Dimenticando, spesso, che in passato il mare era popolato
prevalentemente da barche da lavoro, quelle da diporto erano
l'eccezione. Proviamo a fare un viaggio immaginario nel periodo
intorno al 1940, siamo nel porto di Molfetta dove sono ormeggiate
più di cento paranze a vela, tantissimi i gozzi da pesca e in
banchina i cantieri navali. Ogni barca aveva le peculiarità che la
rendevano adatta a un particolare tipo di pesca. Alcune restavano in
mare poche ore, altre l'intera giornata, mentre altre ancora uscivano
per mesi e navigando a vela o con l'aiuto dei remi, giungevano fino
ai mari africani, dove l'attività di pesca rendeva tanto e tornavano
carichi di oro e preziosi...se tornavano. In prossimità del momento
previsto per il rientro, ogni giorno, figli e mogli, si recavano sul
molo o sulla terrazza di una casa in riva al mare, per scrutare
l'orizzonte con la speranza di vedere la barca del loro eroe. In quel
periodo andò in acqua il primo motopesca della storia molfettese. Il
suo armatore e comandante era soprannominato “Quatt e quatt”
(quattro e quattro), era giovanissimo come lo era il resto
dell'equipaggio. Nella prima pesca a strascico, quella innaugurale,
la rete più piena del previsto, insieme a tanto pesce, purtroppo,
pescò anche una mina. L'eco di quel botto si sente ancora oggi. Alle
mie orecchie è giunto attraverso la voce di Maurizio Amato, figlio
di Giuseppe, maestro d'ascia.
Per onorare il debito di
500 lire contratto per l'acquisto del motopesca, la vedova fu
costretta a vendere gran parte della propria abitazione a Ragno
Iacono, maestro d'ascia che si prese cura di uno dei suoi figli
insegnandogli il proprio mestiere. Un lavoro che ha conosciuto la
prosperità economica fino agli anni '70, quando le barche in
vetroresina e in metallo hanno quasi sostituito quelle in legno,
costringendo Giuseppe a guadagnarsi la dignità imbarcandosi come
nostromo su navi mercantili.
Oggi, il porto di Bisceglie ospita una delle barche realizzate dall'allora Maestro d'ascia Giuseppe Amato. E' un peschereccio varato nel 1964 e il suo attuale Armatore, anche lui si chiama Giuseppe, ha inconsapevolmente aggiunto una pagina alla lunga storia di questa barca. Ma questa storia voglio raccontarvela in un momento successivo.
Foto by: molfettanelpassato.blogspot.com |
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