venerdì 19 gennaio 2018

Armatore per un giorno


Quando si parla di barche storiche il pensiero di molti va dritto a quelle da diporto. Dimenticando, spesso, che in passato il mare era popolato prevalentemente da barche da lavoro, quelle da diporto erano l'eccezione. Proviamo a fare un viaggio immaginario nel periodo intorno al 1940, siamo nel porto di Molfetta dove sono ormeggiate più di cento paranze a vela, tantissimi i gozzi da pesca e in banchina i cantieri navali. Ogni barca aveva le peculiarità che la rendevano adatta a un particolare tipo di pesca. Alcune restavano in mare poche ore, altre l'intera giornata, mentre altre ancora uscivano per mesi e navigando a vela o con l'aiuto dei remi, giungevano fino ai mari africani, dove l'attività di pesca rendeva tanto e tornavano carichi di oro e preziosi...se tornavano. In prossimità del momento previsto per il rientro, ogni giorno, figli e mogli, si recavano sul molo o sulla terrazza di una casa in riva al mare, per scrutare l'orizzonte con la speranza di vedere la barca del loro eroe. In quel periodo andò in acqua il primo motopesca della storia molfettese. Il suo armatore e comandante era soprannominato “Quatt e quatt” (quattro e quattro), era giovanissimo come lo era il resto dell'equipaggio. Nella prima pesca a strascico, quella innaugurale, la rete più piena del previsto, insieme a tanto pesce, purtroppo, pescò anche una mina. L'eco di quel botto si sente ancora oggi. Alle mie orecchie è giunto attraverso la voce di Maurizio Amato, figlio di Giuseppe, maestro d'ascia.
Per onorare il debito di 500 lire contratto per l'acquisto del motopesca, la vedova fu costretta a vendere gran parte della propria abitazione a Ragno Iacono, maestro d'ascia che si prese cura di uno dei suoi figli insegnandogli il proprio mestiere. Un lavoro che ha conosciuto la prosperità economica fino agli anni '70, quando le barche in vetroresina e in metallo hanno quasi sostituito quelle in legno, costringendo Giuseppe a guadagnarsi la dignità imbarcandosi come nostromo su navi mercantili.
Oggi, il porto di Bisceglie ospita una delle barche realizzate dall'allora Maestro d'ascia Giuseppe Amato. E' un peschereccio varato nel 1964 e il suo  attuale Armatore, anche lui si chiama Giuseppe, ha inconsapevolmente aggiunto una pagina alla lunga storia di questa barca. Ma questa storia voglio raccontarvela in un momento successivo.
Foto by:  molfettanelpassato.blogspot.com






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