L'estate irrompe coi suoi
frutti ubriachi di Sole, cieli tersi, frinire di cicale, covoni e
brezza marina.
Effluvi e colori maliosi
che lasciano presagire idilliache percezioni palatali.
L'inesorabile, incalzante
incedere della stagione volta le terga a battito di ciglia e di quei
frutti allegri e succulenti rimane solo il ricordo come veicolo di un
fittizio appagamento sensoriale. L'antidoto alla mancanza di frutta
di stagione è la confettura fatta in casa.
Di ciliegie, albicocche,
pesche e di tutta la frutta da riassaporare in periodi dell'anno
estranei a essa.
Come ogni cosa che si
realizza, sono i dettagli ad accordarne il valore.
Scegliere il momento
propizio è determinante per la perfetta riuscita. Il luogo, il
favorevole stato d'animo, l'eventuale condivisione del momento con
persone che recano gioia ed entusiasmo. L'atmosfera, difatti, è uno
degli ingredienti insostituibili che rende speciale ciò che si crea.
Una moltitudine di
rilucenti vasetti in attesa d'essere rabboccati, piccoli scrigni che
custodiranno un'inestimabile ricchezza naturale.
Gesti semplici che
dispiegano l'amore nel compierli: tergere la frutta, mondarla,
ridurla a pezzi, addizionarla allo zucchero. Un docile e paziente
fornello terrà viva la fiamma di un lungo e ruzzante abbraccio,
pezzi di frutta che si rincorrono e sovrappongono, fino a unificarsi
in una redolente, appetibile lava, fenduta dalla lenta promenade in
tondo di una disponibile cucchiarella.
Schermare gli occhi con
le palpebre in sincrono a un intenso inspirare, mentre la bocca del
vasetto, privo di coperchio, allude a seducenti avances.
Il profumo del sole
estivo s'incanala a precipizio nelle narici insinuandosi nei recessi
della memoria,
per chiamare a raccolta i
ricordi annessi a una fruttuosa stagione e a quell'ilare percorso che
ha reso altresì speciale ogni tocchetto di frutta.
Che il Sole vi baci
Gaia Marchese
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