sabato 29 dicembre 2018

Il Dragone, ha novant'anni e li dimostra tutti.


Nel 1929 in piena crisi economica, mentre chi viveva nel sud dell'Italia, partiva per mare con la valigia di cartone,  in quello che era  il viaggio della speranza in cerca di un futuro, in Danimarca, dalla matita del progettista navale Johan Anker, nasceva il Dragone, una delle barche a vela più famose al mondo dal futuro sorprendente. Ancora oggi infatti, dopo quasi novant'anni dalla sua nascita, se ne producono annualmente circa 50 unità e in tutti questi anni ne sono state prodotte circa 86.000. Lungo 8,90 metri, realizzato in legno fino 1971, da qull'anno in poi, con l'avvento della fibra di vetro, i successivi sono stati prodotti in vetroresina. Il primo Dragone italiano è del 1948 e si chiama “Ausonia”, fu commissionato dall'Ing. Pierino Ferrari, futuro presidente del Reale Yacht Club Canottieri Savoia consentendo, così, alla Federazione italiana Vela di essere presente, nella classe Dragone, alle Olimpiadi di Londra. Altro importante Dragone italiano è “Aretusa” costruito nel 1956 nel cantiere danese Borresen, plurivittorioso sui campi di regata sia in Italia che in Europa. Nel Gennaio 2004, col Dl.lgs n.42 , Aretusa diventa Bene culturale con tutela legale dello stato italiano.
Foto presa dal web.
Autunno 2018, spinta da un caldo vento proveniente da Sud, il Dragone “Sioleda” timonata dal suo armatore Alberto Stabile, entra nel porto di Bisceglie e, ormeggiando nel museo nautico galleggiante, scrive con orgoglio la sua pagina di questo romantico passato in cerca di futuro, portando, strano a dirsi, una ventata d'aria fresca e caratterizzazione internazionale.
Sioleda è una barca antica, ma dall'anima giovane. Uno scafo dalle linee decisamente accattivanti e un armo velico impegnativo perchè gestito da un equipaggio limitato a causa dei ridotti spazi a bordo, ma che offre eccellenti prestazioni. Tutto questo la dice lunga sulla persona dell'armatore, sul suo coraggio, le sue qualità marinare e, considerando la scelta antieconomica fatta acquistando Sioleda, sulla sua tendenza a seguire ragioni che nessuna ragione conosce.








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