Con
andatura misurata, tipica dei percorsi significativi, gli
appassionati delle imbarcazioni classiche, hanno raggiunto un’altra
tappa: il “Palmarès” del museo nautico galleggiante di
Bisceglie, infatti, si arricchisce di un nuovo alloro.
In questa
occasione il contributo arriva da un armatore che di professione fa il giornalista, ma per una volta, nella circostanza, si esprime con i
fatti. E' l'armatore dell'ultima barca storica
arrivata al museo. Un raro esemplare di “Impala 39”, un customer
realizzato interamente in legno (Mogano,Teak ed Iroko) da “Mattei
Nedo Gentili”, a Castiglione della Pescaia, regno dello storico
Cantiere 71 del progettista Niccolò Puccinelli dove nascono anche
modelli “targati Sparkmann&Stephens, architetti guru del
tavolo tecnico velico Usa.
L'
Impala è una barca che ha caratterizzato un' epoca a cavallo tra le
barche realizzate artigianalmente in legno e quelle realizzate in
serie con materiali compositi. Il suo nome è spesso associato a
memorabili imprese, tra queste va ricordata quella di Ambrogio Fogar
che, nel 1973, a bordo del “Surprise” (11 metri in legno del
1968), ha circumnavigato il globo, in solitario, contro i venti
dominanti. Tornò dopo 400 giorni! Fu l'impresa che fece conoscere la
vela agli italiani. Prima di Azzurra, del Moro di Venezia e Luna
Rossa. Tornando ad Alessia, fa un certo effetto vederla ormeggiata
tra le barche “normali”. A quei tempi, l'Impala era una barca che
non passava inosservata e si distingueva per le sue dimensioni e
linee innovative. Tra le poche persone che riuscivano a procurarsene
si annoveravano solo coloro che “sapevano”. Erano tempi in cui si
navigava senza l'ausilio dell'attuale tecnologia ed il mare era
riservato a pochi e quei pochi non si limitavano ad usare una barca
così importante, per le gite domenicali. Ancora oggi, l'Impala è
una barca amata e ricordata dai velisti puri. Gli esemplari
realizzati tra gli anni '70 e '90, hanno solcato tutti i mari del
mondo e si sono resi protagonisti della vela italiana e oceanica
Vista dall'esterno è praticamente la gemella del famoso
Swan 41, ma l'interno ci rivela un confortevole salotto che accoglie
l'equipaggio in un ambiente caldo, luminoso ed avvolgente, dove
tutto è legno e di pregiata manifattura, con una gestione degli
spazi che, per lo standard dell'epoca, era innovativa e motivo di
vanto.
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